Prostatite nel giovane: non più rara
La prostata è una ghiandola maschile che fa parte della via urinaria e seminale ed è collocata al di sotto della vescica. Difficilmente il maschio ne ha percezione ed i disturbi ad essa collegati spesso non vengono riconosciuti. Quando si ingrandisce può causare difficoltà nella minzione e nell’eiaculazione. Se si infiamma può causare dolori ai testicoli, fastidi nell’eiaculazione, bruciori nel pene. In passato era considerata importante solamente nella salute del maschio anziano. Oggi si scoprono frequenti casi di alterazione prostatica nei giovani. Queste alterazioni possono essere cicatrici di eventi precedenti o infiammazioni in corso, talvolta prive di sintomi.
L’impiego dell’ecografia transrettale nei maschi infertili di età tra i 25 e i 45 anni, svela sempre più spesso casi di alterazioni strutturali prostatiche di vecchia data, di cui il soggetto non si è mai reso conto. Ma quello che sta emergendo negli ultimi anni, con la crescita del numero di coppie che si rivolgono ai centri di infertilità, è la presenza di una infiammazione prostatica in corso, in una percentuale compresa tra l’8 e il 35% dei maschi giovani. In alcuni casi la prostata è aumentata di volume e non sempre il trattamento permette di tornare ad un volume normale. Ancora più importante è che spesso questa infiammazione nel maschio giovane non dà alcun disturbo. Alcuni riferiscono di aver percepito in passato un breve bruciore nella minzione che si è risolto spontaneamente o con un antinfiammatorio occasionale.
Molti portatori di prostatite batteriche, non avendo disturbi, convivono con partner che da tempo soffrono di cistiti ricorrenti e sono state seguite per anni da specialisti senza risultati. Le prostatiti non curate possono protrarsi per mesi e portare ad ingrandimenti precoci della ghiandola o cicatrici della via seminale. Solo in un secondo tempo compariranno disturbi nella minzione e ridotta emissione di spermatozoi di buona qualità.
Alcuni batteri tipici della via genitale come la Clamidia portano nel 10-20% dei casi ad una malattia infiammatoria della pelvi non riconosciuta con successiva infertilità maschile. Altre forme di infezione, da Micoplasma, che a loro volta non danno disturbi, sono sostenute da germi che talvolta resistono agli antibiotici usati comunemente.
Esistono poi forme di prostatite sostenute da intolleranze alimentari o abitudini di vita scorrette. Alcuni cibi scarsamente tollerati dall’organismo possono creare disturbi intestinali cronici e favorire infiammazioni prostatiche. Un sistema immunitario efficiente potrebbe essere in grado di arginare e debellare queste prostatiti. Suo malgrado, talvolta, cibi piccanti o percorsi in bicicletta o abuso di alcolici possono ostacolare tali guarigioni spontanee.
Una maggiore attenzione ad una vita sana e senza abusi rientra quindi nella prevenzione anche delle patologie dell’apparato genitale maschile.
Laddove l’infiammazione prostatica sia stata scoperta precocemente, la cura è semplice e non invasiva, basata su farmaci o su accorgimenti nutrizionali e comportamentali. Più si è protratta l’attesa senza la scoperta della malattia più sarà lungo il trattamento ed il recupero. Per questo è importante che il maschio vada a farsi un controllo andrologico al minimo disturbo a carico della via genitale. Un lieve fastidio nell’uscita dell’urina o dello sperma può essere spia di una prostatite. Un dolore al testicolo che spesso viene spiegato con una diagnosi di varicocele, può essere una infezione della prostata. E’ utile ricordare che il varicocele raramente provoca dolore. Qualsiasi forma di dolore sul testicolo deve far pensare ad altre cause. Oggi si ricorre a molte procedure di fecondazione assistita anche per non aver saputo prevenire nel giovane le patologie infiammatorie maschili. Con la scomparsa della visita di leva il maschio giovane fa meno prevenzione e raramente fa controllare il proprio apparato genitale da specialisti competenti. E’ importante che come da anni è sollecitata la donna, anche l’uomo si abitui a fare prevenzione genitale. E’ un errore per il maschio attendere i fatidici 50-60 anni per controllare la prostata. In quel momento la prevenzione sugli aspetti infiammatori non è più possibile.