La crescita dei noduli tiroidei può essere controllata per un certo tempo con una terapia medica con pillole assunte per via orale. Nel caso di una crescita progressiva dei noduli o della presenza di noduli multipli, tale controllo può non essere più sufficiente.
La crescita del nodulo tiroideo impone una valutazione della sua benignità mediante agoaspirato.
Una volta confermata la natura benigna del nodulo, si può procedere ad un trattamento locale in presenza di sintomi da compressione o di alterazione della conformazione del collo.
Dal momento che l’intervento chirurgico è associato ad una percentuale di complicanze pari al 2-10% come ipotiroidismo, ipoparatiroidismo e lesioni del nervo laringeo ricorrente, negli ultimi anni sono nate tecniche mininvasive.
Tra queste la più efficace è risultata l’ablazione mediante radiofrequenza che può essere somministrata a bassa e alta intensità. Le ablazioni sono impiegate per il trattamento dei noduli prevalentemente solidi con volume >20 ml. Possono essere trattati sia i noduli caldi che quelli freddi.
L’impiego a bassa intensità è privo di effetti collaterali, effettuato senza l’uso di aghi e permette un miglioramento del volume del nodulo o l’arresto della sua crescita. E’ una procedura ambulatoriale indolore e non invasiva che dovrebbe essere tentata come primo approccio alla patologia.
Il trattamento con radiofrequenza ad alta intensità viene fatto con iniezioni in corrispondenza del nodulo dopo anestesia locale, effettuato in regime ospedaliero e porta ad un riscaldamento mirato di parti della ghiandola che si riassorbono spontaneamente nei 3 mesi successivi alla procedura. Essa crea temperature comprese tra 60 e 100 °C.
La riduzione del volume medio del nodulo supera il 50% ed i sintomi si riducono entro i 6 mesi. La percentuale di complicanze dei trattamenti percutanei è inferiore al 3% e sono escluse tutte le complicanze gravi descritte nella chirurgia.
Un confronto con le altre tecniche mininvasive tramite ago ha mostrato una maggiore afficacia della radiofrequenza in termini di volume del nodulo a distanza di 3 mesi dal trattamento. La Radiofrequenza ha ridotto il volume dei noduli del 50% (p <0,05), le Microonde del 44% (p <0,05) e gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità del 48% (p <0,05). Nessuna delle tecniche di ablazione ha causato complicazioni gravi o permanenti.
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