I noduli della tiroide hanno una incidenza che raggiunge quasi il 75% della popolazione generale.
La diagnosi è spesso occasionale. Tra i principali fattori di rischio ci sono l’età, il sesso femminile e la carenza di iodio, con una percentuale di questi che evolve in un quadro di malignità.
Il nodulo tiroideo nell’uomo, se benigno, non richiede nessun tipo di trattamento, a meno che non tenda ad aumentare di dimensioni nel tempo.
In alcuni casi possono essere associati a sintomi legati ad un’alterazione ormonale. Anche le dimensioni possono essere un problema. Noduli di grandi dimensioni possono essere causa di difetti estetici o di tosse stizzosa, difficoltà respiratoria, disagi nella deglutizione e alterazioni del tono della voce.
Il nodulo deve essere valutato con l’esame obiettivo e con l’ecocolordoppler che identifica quadri di infiammazione cronica o disomogeneità del resto della ghiandola, specchio di una possibile malattia autoimmunitaria.
Un esame ormonale completerà la diagnosi identificando i casi di eccesso o carenza di ormoni tiroidei e svelando malattie autoimmunitarie nascoste. La calcitonina sierica viene ricercata quando si sospetta una forma nodulare maligna.
Una volta scoperto il nodulo va seguito nel tempo per verificare un aumento di volume o un cambiamento delle sue caratteristiche ecografiche che possono indurre ad effettuare un agoaspirato per verificarne la benignità.