L’ipogonadismo maschile è una condizione clinica caratterizzata da una ridotta espressione dei caratteri sessuali secondari, dovuta ad una carenza di ormoni androgeni o da una resistenza periferica alla loro azione.
La ridotta produzione di androgeni può dipendere da un disordine primitivo testicolare, oppure da una insufficiente stimolazione delle gonadi da parte dell’ipofisi o di quest’ultima da parte dell’ipotalamo. Poiché questa condizione è fisiologica fino alla pubertà, non è possibile, fino ad allora, fare diagnosi sicura di questa patologia (a meno del riscontro, ad esempio, di “pene piccolo” congenito o criptorchidismo).
L’evidenza di questo problema si ha quindi intorno ai 13-14 anni, allorché non si verificano le consuete modificazioni puberali: comparsa dei peli pubici, modificazione del tono della voce, etc… Al contrario, la distribuzione pilifera è di tipo femminile, la muscolatura è ipotrofica e non si assiste al rapido incremento staturale.
La diagnosi può essere posta con semplici esami ormonali (androgeni, estrogeni, prolattina, gonadotropine).
La terapia si avvale della somministrazione di androgeni che è oggi possibile in varie formulazioni che comprendono gel, pillole e iniezioni di durata più o meno protratta.
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