E’ molto importante avere una sana alimentazione per ridurre al massimo l’assorbimento di inquinanti ambientali.
Prodotti semplici, cucinati in casa e non preconfezionati sono meno soggetti all’effetto deleterio degli inquinanti. Una cucina elaborata come quella che si subisce nei vari ristoranti che si avvalgono di chef stellati, ci espone sempre più a rischi per la salute.
E’ evidente che la necessità di esaltare i sapori e di stimolare il palato per richiamare il cliente a tavola, sta portando ad un progressivo peggioramento della qualità della alimentazione. Suggerirei pertanto non più di una cena o un pranzo fuori casa alla settimana mentre, per il resto del tempo, è salutare mangiare a casa cibi semplici, integrali, con condimenti limitati.
Dico questo alla luce delle più recenti scoperte sulla salute maschile che potete approfondire nelle prossime righe.
L’esposizione della popolazione agli inquinanti ambientali chimici e fisici è una minaccia sempre più importante per la salute pubblica. La diffusa contaminazione dell’aria, dell’acqua e dei suoli con sostanze gassose, liquide o solide, che entrano nell’organismo attraverso la via area, alimentare e cutanea sembra avere come bersaglio elettivo il sistema riproduttivo.
Molti ricorderanno di aver sentito parlare di metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, policlorobifenili, diossine, pesticidi, bisfenoli, composti perfluoroalchilici, ftalati, Ammoniaca, Ozono, Ossido Nitrico, Ossido di Zolfo, particolato ultrafine. Ciascuna di queste, può danneggiare in maniera importante la funzione riproduttiva maschile e femminile con meccanismi di danno ossidativo, genetico, epigenetico e di interferenza endocrina. Questo fenomeno generale puo’ essere definito, in termini complessivi, come “livello di pressione ambientale” da inquinamento.
Il declino della fertilità, in particolare maschile, è documentato dalla caduta progressiva della qualità seminale che, negli ultimi 40 anni, ha subito una riduzione del 50% del numero degli spermatozoi per millilitro nei paesi occidentali. La contaminazione ambientale è più o meno rilevante in base al territorio di appartenenza. Ad una maggiore contaminazione ambientale corrisponde una maggiore incidenza di patologie cronico-degenerative e malformative oltre che disturbi riproduttivi. L’età più critica è quella infantile e adolescenziale, durante la quale la plasticità biologica è ancora elevata e maggiore è la vulnerabilità agli inquinanti ambientali.
L’apparato riproduttivo del maschio subisce una potente trasformazione dai 10 ai 18 anni, sostenuta da un cambiamento radicale dell’asse ormonale che lo controlla. Un danno da inquinanti in tale fase compromette la futura fertilità.
L’infertilità maschile è un problema di salute diffuso che colpisce circa l’8% della popolazione maschile. Ipossia degli organi genitali, esposizione agli agenti inquinanti e alterazioni del metabolismo tra cui l’obesità, sono tutti fattori che favoriscono quadri di infertilità maschile definiti idiopatici cioè a genesi non ancora chiara. L’ipossia danneggia direttamente il tubulo seminifero testicolare, portando al disturbo dell’epitelio seminifero e alla compromissione della differenziazione degli spermatogoni e al fallimento della meiosi. E’ anche in grado di interrompere la secrezione degli ormoni riproduttivi, causando l’arresto spermatogenetico.
La chiave di molti processi patologici ancora poco noti che colpiscono la spermatogenesi sono anche le modificazioni epigenetiche caratterizzate da metilazione del DNA, modificazioni degli istoni e rimodellamento della cromatina. Le stesse procedure di riproduzione assistita, che sono state considerate piuttosto sicure, potrebbero indurre cambiamenti epigenetici ed influenzare la fertilità nelle generazioni successive. L’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI) e l’iniezione di spermatidi rotondi (ROSI) possono influire negativamente sullo sviluppo embrionale utilizzando spermatozoi immaturi che potrebbero non avere una metilazione adeguata. Fortunatamente i cambiamenti epigenetici, contrariamente alle aberrazioni genetiche, sembrano reversibili.
Ne è un esempio la tossicità da rame. Il rame è un metallo pesante tossico persistente e bioaccumulabile molto diffuso. L’esposizione continua a composti di rame di diversa origine è la forma più comune di avvelenamento da rame. Esso altera la funzione del testicolo e influenza negativamente la qualità dello sperma. Alcune evidenze suggeriscono che un integratore come la L-carnitina possa correggere gli effetti negativi del rame sui tubuli seminiferi, sulla funzione dei testicoli e sulla qualità dello sperma.
Ma prima di ricorrere a trattamenti è utile condurre una vita sana con una alimentazione naturale, semplice e casalinga. Ciò è ancora più importante nei giovani maschi. La Fondazione Andrologia Pediatrica e dell’Adolescenza sta elaborando un progetto di ricerca che mira a ridurre l’impatto negativo degli inquinanti sull’organismo del giovane maschio. Il Progetto, in collaborazione con alcune tra le più importanti università italiane, permetterà di identificare quali danni si stanno verificando nella fertilità dei maschi in età di sviluppo, a causa dell’inquinamento ambientale.